20 gennaio 2010
Roma, 20 gen . - Scade il 10 febbraio 2010 il termine per partecipare alla seconda edizione del bando “Le chiavi del Sorriso”, promosso dalla Fondazione Unipolis, che sostiene progetti culturali volti a favorire l’inclusione sociale dei ragazzi fra i 12 e i 18 anni, presentati da associazioni di volontariato, cooperative sociali e organizzazioni non profit. Il bando ha un valore complessivo di 100 mila euro e articolato a livello regionale. Ciascuno dei 20 progetti selezionati – uno per regione – riceverà un contributo di 5 mila euro. I progetti proposti, nuovi o già avviati, dovranno contenere elementi innovativi e essere finalizzati all’integrazione sociale e culturale dei ragazzi a rischio di emarginazione. Sarà data una valutazione preferenziale ai progetti svolti in collaborazione con un partner istituzionale (scuole, enti locali o loro emanazioni). La selezione verrà effettuata da una Commissione composta da qualificate personalità del mondo della cultura e dell’associazionismo, per la maggioranza esterne alla Fondazione Unipolis. Il bando e la documentazione per presentare i progetti sono scaricabili dal sito www.fondazioneunipolis.org.
Fonte: www.diregiovani.it
sabato 23 gennaio 2010
giovedì 14 gennaio 2010
Ecco il "Rapporto sociale sulle giovani generazioni"
(13 gennaio 2010) - "I giovani devono diventare i protagonisti di quel cambiamento nella società di cui oggi tutti avvertiamo il bisogno. Nella scuola, nella cultura, nel mondo del lavoro. Questa Regione negli anni ha molto investito sui temi dell’infanzia e dell’adolescenza, ma ora vogliamo compiere un ulteriore salto di qualità". Lo ha detto a Bologna il presidente Vasco Errani in occasione della presentazione del primo Rapporto sociale sulle giovani generazioni realizzato dalla Regione.
"Grazie alla rete regionale della ricerca verranno assunti oltre mille giovani ricercatori. E’ un esempio concreto e purtroppo isolato in Italia – ha detto. Occorre andare avanti su questa strada, per sostenere le nuove professioni, per dare ai giovani la possibilità di mettere a frutto i loro studi e di farlo lavorando in Emilia-Romagna, per promuovere la creatività giovanile e la cittadinanza attiva." Secondo Errani ci sono anche grandi questioni culturali che vanno affrontate. A partire dalla necessità di lavorare sull’identità di una società che cambia, sostenendo il dialogo, le relazioni, rafforzando il senso di comunità, governando una società che è già oggi multietnica. Il Rapporto una sorta di bilancio sociale sulle politiche giovanili, è il secondo realizzato dalla Regione, dopo quello sugli anziani, per fare il punto sugli interventi realizzati e per avviare su questi un confronto con i diversi settori della società. Il riferimento fondamentale è la legge quadro sulle nuove generazione varata nel 2008 che ridisegna l´architettura del welfare per le politiche giovanili in Emilia-Romagna e prevede politiche integrate nei diversi settori: dalla scuola ai servizi sociali, dalla sanità all´accesso al credito, dall´integrazione sociale alle opportunità d´inserimento nel mondo del lavoro.
La legge e´ rivolta alla fascia d´età compresa tra zero e 35 anni e offre anche ai privati la possibilità di ottenere finanziamenti sui progetti: dall´associazionismo allo sport, dalla cultura all´intrattenimento, coinvolgendo oratori, centri sociali, strutture sportive e le diverse agenzie educative.
"Grazie alla rete regionale della ricerca verranno assunti oltre mille giovani ricercatori. E’ un esempio concreto e purtroppo isolato in Italia – ha detto. Occorre andare avanti su questa strada, per sostenere le nuove professioni, per dare ai giovani la possibilità di mettere a frutto i loro studi e di farlo lavorando in Emilia-Romagna, per promuovere la creatività giovanile e la cittadinanza attiva." Secondo Errani ci sono anche grandi questioni culturali che vanno affrontate. A partire dalla necessità di lavorare sull’identità di una società che cambia, sostenendo il dialogo, le relazioni, rafforzando il senso di comunità, governando una società che è già oggi multietnica. Il Rapporto una sorta di bilancio sociale sulle politiche giovanili, è il secondo realizzato dalla Regione, dopo quello sugli anziani, per fare il punto sugli interventi realizzati e per avviare su questi un confronto con i diversi settori della società. Il riferimento fondamentale è la legge quadro sulle nuove generazione varata nel 2008 che ridisegna l´architettura del welfare per le politiche giovanili in Emilia-Romagna e prevede politiche integrate nei diversi settori: dalla scuola ai servizi sociali, dalla sanità all´accesso al credito, dall´integrazione sociale alle opportunità d´inserimento nel mondo del lavoro.
La legge e´ rivolta alla fascia d´età compresa tra zero e 35 anni e offre anche ai privati la possibilità di ottenere finanziamenti sui progetti: dall´associazionismo allo sport, dalla cultura all´intrattenimento, coinvolgendo oratori, centri sociali, strutture sportive e le diverse agenzie educative.
Quanti sono i giovani in Emilia-Romagna
Al 1° gennaio 2009 gli emiliano-romagnoli con meno di 35 anni erano 1.480.511, pari al 34% della popolazione totale (4.337.966), a fronte di una percentuale media nazionale del 37%.
Un dato, quello del 34%, che colloca l’Emilia-Romagna al quinto posto in Italia tra le regioni più "anziane", e che sembra destinato a non modificarsi nei prossimi venti anni.
Secondo le previsioni della stessa Regione infatti nel 2028, i giovani emiliano-romagnoli fino ai 35 anni saranno cresciuti del 16,5%, ma un aumento analogo si sarà verificato anche per la popolazione complessiva. La presenza di giovani non è uniforme sul territorio regionale e appare più alta in quelle aree (la pianura reggiana, il riminese, parte del modenese e del parmense) dove maggiore è la presenza di immigrati. La popolazione straniera ha infatti una struttura per età più giovane della nostra, con un’incidenza delle fasce più giovani pari al 59% del totale.
Nei prossimi venti anni, l’aumento delle fasce di popolazione più giovani, legato alla ripresa del tasso di fecondità trainato in particolare dalla componente straniera, toccherà particolarmente la fascia d’età 11-18 anni per la quale è stimata una crescita del 36%.
Fonte: www.regione.emilia-romagna.it
Al 1° gennaio 2009 gli emiliano-romagnoli con meno di 35 anni erano 1.480.511, pari al 34% della popolazione totale (4.337.966), a fronte di una percentuale media nazionale del 37%.
Un dato, quello del 34%, che colloca l’Emilia-Romagna al quinto posto in Italia tra le regioni più "anziane", e che sembra destinato a non modificarsi nei prossimi venti anni.
Secondo le previsioni della stessa Regione infatti nel 2028, i giovani emiliano-romagnoli fino ai 35 anni saranno cresciuti del 16,5%, ma un aumento analogo si sarà verificato anche per la popolazione complessiva. La presenza di giovani non è uniforme sul territorio regionale e appare più alta in quelle aree (la pianura reggiana, il riminese, parte del modenese e del parmense) dove maggiore è la presenza di immigrati. La popolazione straniera ha infatti una struttura per età più giovane della nostra, con un’incidenza delle fasce più giovani pari al 59% del totale.
Nei prossimi venti anni, l’aumento delle fasce di popolazione più giovani, legato alla ripresa del tasso di fecondità trainato in particolare dalla componente straniera, toccherà particolarmente la fascia d’età 11-18 anni per la quale è stimata una crescita del 36%.
Fonte: www.regione.emilia-romagna.it
domenica 10 gennaio 2010
OlTRE Genius - Borse di mobilità professionale nell'Unione europea
Il progetto “Oltre Genius”, finanziato sul programma Leonardo da Vinci - Misura Mobilità, di cui la Provincia di Reggio Emilia è partner, mette a disposizione 90 borse di studio per svolgere tirocini di formazione professionale in Europa della durata di 15 settimane.
Il Progetto, realizzato e finanziato da numerosi enti territoriali e da 6 Amministrazioni provinciali (oltre a Reggio Emilia, Rimini, Forlì−Cesena, Parma, Piacenza e Ravenna) offre la possibilità di compiere un'esperienza di formazione e lavoro per giovani dai 19 fino a 32 anni, disponibili sul mercato del lavoro, in uno degli Stati membri dell'Unione europea partner del progetto.
Per quanto riguarda il territorio di Reggio Emilia, la provincia ha a disposizione 25 borse di studio mentre il finanziamento in quota della numerosa partnership locale è di 25.000 euro.
Oltre a tutti i comuni della Provincia, la partnership locale è formata dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia, da Acer Reggio Emilia, dall'Azienda consorziale trasporti ACT - Reggio Emilia, dall'Università Modena e Reggio Emilia, da IFOA – Istituto Formazione Operatori Aziendali, da Cna – Associazione Provinciale di Reggio Emilia, da Confcommercio di Reggio Emilia, dall'Associazione industriali Reggio Emilia, da Api - Associazione Piccole Medie Imprese Reggio Emilia, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia "Pietro Manodori", dalla Lega delle cooperative di Reggio Emilia, da Europe Direct – Carrefour europeo Emilia, dall' Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori di Reggio Emila, dall'Ordine degli ingegneri Reggio Emilia.
Oltre a tutti i comuni della Provincia, la partnership locale è formata dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia, da Acer Reggio Emilia, dall'Azienda consorziale trasporti ACT - Reggio Emilia, dall'Università Modena e Reggio Emilia, da IFOA – Istituto Formazione Operatori Aziendali, da Cna – Associazione Provinciale di Reggio Emilia, da Confcommercio di Reggio Emilia, dall'Associazione industriali Reggio Emilia, da Api - Associazione Piccole Medie Imprese Reggio Emilia, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia "Pietro Manodori", dalla Lega delle cooperative di Reggio Emilia, da Europe Direct – Carrefour europeo Emilia, dall' Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori di Reggio Emila, dall'Ordine degli ingegneri Reggio Emilia.
Il progetto ‘Oltre Genius’ lo ricordiamo è promosso sul Programma europeo Leonardo da Vinci (Azione Mobilità) ed è cofinanziato, per circa il 70%, dalla Commissione europea (per un importo totale pari a circa 407.000,00 €). Il progetto si rivolge a 25 giovani di età compresa tra i 19 e i 32 anni residenti nella Provincia di Reggio Emilia.
Le candidature potranno essere presentate compilando il modulo di partecipazione (scaricabile dalla barra a destra), attenendosi a quanto riportato sul bando e verificando i propri requisiti; la documentazione richiesta dovrà essere inviata via e-mail e consegnata (o spedita - in questo caso farà fede il timbro postale) presso gli uffici provinciali (ulteriori informazioni nel bando) entro venerdì 15 gennaio 2010 alle ore 13,00.
Sono previsti due periodi di soggiorno all’estero (aprile-luglio 2010 e settembre-dicembre 2010), entrambi di 15 settimane così suddivisi: 2 settimane di formazione linguistica e culturale e 13 settimane di tirocinio professionale.
I settori nei quali verranno svolti i tirocini sono: educazione, sociale, sanità, arte, comunicazione, cultura, economia, contabilità, diritto, turismo, ambiente, commercio, costruzioni. I Paesi di destinazione previsti sono: Portogallo, Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Germania, Lituania, Bulgaria, Svezia (solo per il 2° bando in uscita a marzo 2010).
Occorre essere diplomato o laureato al momento della scadenza del bando (il 1° bando scade il 15/01/2010), non essere studente universitario, né iscritto a un master o a un dottorato di ricerca, e conoscere ad un livello discreto la lingua del Paese ospitante oppure, solo per Lituania, Bulgaria, Portogallo, Svezia (2°bando), Germania, l’inglese come lingua veicolare.
Per ulteriori informazioni contattare l'Ufficio Politiche Comunitarie e Rapporti Internazionali, tel. 0522444.193 / .137 o via e-mail a:politiche.comunitarie@mbox.provincia.re.it
Riforma delle scuole superiori Lo stop del Consiglio di Stato
"Superati i limiti di delega". Oggi vertice al ministero per valutare un rinvio delle iscrizioni
I sindacati a Mariastella Gelmini: ora posticipare di un anno il riordino scolastico
Il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelminidi MARIO REGGIO
ROMA - Stop del Consiglio di Stato alla riforma delle scuole superiori che, nell'intenzione del ministro Mariastella Gelmini, dovrebbe partire dal prossimo anno scolastico. Il Consiglio di Stato contesta che i Regolamenti emanati dal ministro vanno ben al di là della delega concessa dal Parlamento. Meno ore, meno materie, con l'obiettivo di ridurre i costi ed il personale non rientrano nella delega che prevede, secondo i magistrati, "la sola ridefinizione dei curricula vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e relativi quadri orari".
Il secondo punto riguarda la creazione dei Dipartimenti scolastici per la valutazione che porterebbero alla cancellazione di fatto dei collegi dei docenti, in contrasto con la legge sull'autonomia scolastica. Il Consiglio di Stato, la sentenza è dello scorso 9 dicembre, chiede al ministero di chiarire i punti contestati e si riserva il giudizio definitivo. Ma il tempo è tiranno. Sono alle porte le vacanze di Natale, le commissioni parlamentari di Camera e Senato dovranno prendere visione e valutare il nuovo testo dei regolamenti. E il termine ultimo per le iscrizioni al nuovo anno scolastico è stato già fissato al 27 febbraio 2010. Il rischio è che tutto slitti all'anno scolastico 2011-2012. Che qualche problema ci sia è confermato dall'unica notizia che trapela da viale Trastevere: stamattina summit al ministero per decidere l'eventuale slittamento della scadenza delle iscrizioni alle superiori.
Il Consiglio di Stato ha, infatti, invitato il ministero ad alcuni chiarimenti sui tre schemi di regolamento approvati in prima lettura dal consiglio dei ministri e attualmente all'esame delle commissioni parlamentari, riservandosi "la facoltà di disporre l'audizione del Capo dell'Ufficio legislativo del Ministero, nonché del dirigente generale competente all'istruttoria del regolamento". Nel frattempo il Consiglio ha sospeso l'emanazione del parere.
ROMA - Stop del Consiglio di Stato alla riforma delle scuole superiori che, nell'intenzione del ministro Mariastella Gelmini, dovrebbe partire dal prossimo anno scolastico. Il Consiglio di Stato contesta che i Regolamenti emanati dal ministro vanno ben al di là della delega concessa dal Parlamento. Meno ore, meno materie, con l'obiettivo di ridurre i costi ed il personale non rientrano nella delega che prevede, secondo i magistrati, "la sola ridefinizione dei curricula vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e relativi quadri orari".
Il secondo punto riguarda la creazione dei Dipartimenti scolastici per la valutazione che porterebbero alla cancellazione di fatto dei collegi dei docenti, in contrasto con la legge sull'autonomia scolastica. Il Consiglio di Stato, la sentenza è dello scorso 9 dicembre, chiede al ministero di chiarire i punti contestati e si riserva il giudizio definitivo. Ma il tempo è tiranno. Sono alle porte le vacanze di Natale, le commissioni parlamentari di Camera e Senato dovranno prendere visione e valutare il nuovo testo dei regolamenti. E il termine ultimo per le iscrizioni al nuovo anno scolastico è stato già fissato al 27 febbraio 2010. Il rischio è che tutto slitti all'anno scolastico 2011-2012. Che qualche problema ci sia è confermato dall'unica notizia che trapela da viale Trastevere: stamattina summit al ministero per decidere l'eventuale slittamento della scadenza delle iscrizioni alle superiori.
Il Consiglio di Stato ha, infatti, invitato il ministero ad alcuni chiarimenti sui tre schemi di regolamento approvati in prima lettura dal consiglio dei ministri e attualmente all'esame delle commissioni parlamentari, riservandosi "la facoltà di disporre l'audizione del Capo dell'Ufficio legislativo del Ministero, nonché del dirigente generale competente all'istruttoria del regolamento". Nel frattempo il Consiglio ha sospeso l'emanazione del parere.
Alla luce dei chiarimenti chiesti e considerando che le Commissioni parlamentari non hanno ancora espresso i richiesti pareri che, comunque, dovranno ora tenere conto del pronunciamento dei magistrati, dal fronte sindacale arriva la richiesta di rinviare di un anno il debutto della riforma.
"Avremmo di certo preferito che tale blocco fosse stato determinato dalla ferma e dilagante opposizione di docenti, Ata, studenti e genitori: ma in ogni caso - afferma Piero Bernocchi portavoce dei Cobas - accogliamo positivamente tutto ciò che ci dà tempo affinché tale protesta e tale lotta si sviluppino al massimo nei prossimi mesi, verso una sonora bocciatura di una controriforma che distruggerebbe le superiori e ulteriormente immiserirebbe l'intera scuola pubblica italiana".
"Ribadiamo ora con maggior forza - dice il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo - che è il caso di fermarsi, rinviando di un anno l'entrata in vigore dei regolamenti: di ascoltare le ragioni di quanti non hanno condiviso merito e metodo del riordino della scuola secondaria superiore; è necessario rimuovere i tagli e, solo a questa condizione, riprendere le fila per una vera riforma che necessita non di tagli ma di investimenti, di tempo per l'ascolto e il confronto vero". Stessa richiesta dalla Gilda. "Le osservazioni formulate dal Consiglio di Stato - dichiara il coordinatore Rino Di Meglio - rilevano, in sostanza, che non esistono le condizioni adatte per procedere con l'applicazione della riforma voluta dal Governo".
Fonte www.repubblica.it
Iscriviti a:
Post (Atom)